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Tappa 4

Sono andata a Gerra

Sono andata a Gerra a comprare una mucca chiara.

C’era una vecchia che cucinava la polentina.

Mi ha dato il mestolo da leccare. Io l’ho buttato nel fuoco.

La vecchia si è arrabbiata, io sono scappata.

Sono saltata in un fosso, lei mi è saltata addosso e mi ha rubato la berretta rossa.

Io le ho detto: «Ridammi la berretta!». «No prima mi porti il pane».

Sono andata dal forno per farmi dare il pane: «No, prima mi porti il grano».

Sono andata in campagna a farmi dare il grano: «No, prima mi porti il letame».

Sono andata dalla mucca a farmi dare il letame: «No, prima mi porti l’erba».

Sono andata nel prato a farmi dare l’erba: «No, prima mi porti il concime».

Sono andata dal maiale a farmi dare il concime: «No, prima mi porti le ghiande».

Sono andata dalla quercia a farmi dare le ghiande: «No, prima mi porti i sassi».

Sono andata dal fiume e lui mi ha dato i sassi.

Ho portato i sassi alla quercia e lei mi ha dato le ghiande; ho date le ghiande al maiale e lui mi ha dato il concime; ho portato il concime al prato e lui mi ha dato l’erba; ho portato l’erba alla mucca e lei mi ha dato il letame; ho portato il letame alla campagna e lei mi ha dato il grano; ho portato il grano al mulino e lui mi ha dato la farina; ho portato la farina al forno e lei mi ha dato il pane. Ho portato il pane alla vecchia e lei mi ha restituito la mia beretta.

 

Filastrocca di Gerra Verzasca

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In lingua dei segni LIS

Leggenda di Brione Verzasca
Virgilio Chiesa, L’oro in un laghetto della Verzasca. In: AA.VV., Il Meraviglioso. Leggende, fiabe e favole ticinesi, vol.1, Dadò ed., Locarno, 1990. Testo adattato per il sentiero delle leggende. Cristina Zamboni (voce), Andrea Pedrazzini (registrazione)

 

Tappa 4

L’oro in un laghetto della Verzasca

Un giorno capitarono a Locarno un re e una regina provenienti dall’Oriente. Erano scappati da una congiura organizzata al loro palazzo e dopo varie peripezie trovarono la pace proprio in riva al Verbano. I due regnanti amavano scoprire i luoghi del Locarnese, così un giorno giunsero in Verzasca. Salirono fino a Brione, poi continuarono lungo un sentiero che li condusse al laghetto di Starlaresc. Lì incontrarono i pastori che durante i mesi estivi abitavano l’alpe.

I due sovrani rimasero talmente colpiti dalla semplicità della vita all’alpe e dalla bellezza di quel luogo che decisero di fermarsi a vivere con gli alpigiani, aiutandoli nelle loro faccende.

Un giorno il re morì. I pastori prepararono in riva al lago un altare di legno e vi adagiarono il corpo in attesa del funerale che sarebbe stato celebrato l’indomani. All’alba del giorno seguente, il cielo si aprì e scesero quattro angeli con una cassa d’oro. Improvvisamente le acque del lago si aprirono. Gli angeli posarono sul fondo il re adagiato sulla cassa e, una volta richiuse le acque, tornarono al cielo.

La regina, alla vista del miracolo, si sentì sollevata nel suo dolore e decise di rimanere a vivere con i pastori. Passò del tempo ed anch’ella morì. Gli alpigiani sistemarono di nuovo la salma in riva al lago e come accadde per il re, all’indomani si ripeté il miracolo. Anche il corpo della regina fu deposto in una cassa d’oro sul fondo del lago.

Da allora, il laghetto di Starlaresc, nelle giornate d’estate, brilla di una bellissima luce dorata.

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I luoghi della leggenda “L’oro in un laghetto della Verzasca”

Luogo: Brione Verzasca, Starlaresc

Come raggiungere la capanna Starlaresc:
www.sev-verzasca.ch/starlaresc

 
 

Tappa 4

Pozzi della canapa
(püzz dal cánof)

 

1 Inizio del sentiero
2 Un bosco pieno di vita
3 Case Nuove (Cà Nòv)
4 Pozzi della canapa
5 Piantagione
6 Osservare e ascoltare
7 Cappella del Predéll
8 Prato maggiore (Permaióo)

 

Risalite la scarpata e troverete i pozzi di macerazione della canapa che testimoniano uno dei numerosi cicli di produzione locali, come i forni per il pane o i mulini per la farina.

Autarchia

Molto tempo fa l’economia di sussistenza dei verzaschesi si basava quasi esclusivamente sull’autarchia, cioè la capacità di sfruttare al meglio le risorse naturali e di trasformarle in loco per i propri fabbisogni. Solo i beni non reperibili in valle come il sale, i medicinali o gli attrezzi si acquistavano al mercato di Locarno. Gli indumenti, teli, corde venivano realizzati in valle dalle donne a partire dalla fibra robusta della canapa o dalla lana delle pecore.

Da che parte si comincia?

La canapa veniva seminata in primavera e raccolta in autunno. Seguiva la macerazione nei pozzi per una ventina di giorni, poi l’essiccatura al suolo e infine lo stoccaggio a mazzetti in luoghi riparati. In inverno, quando era ben secca, si levavano la stiglia e le cannette che venivano usate per accendere il fuoco. Le ultime fasi antecedenti la tessitura erano la battitura, la pettinatura e la filatura.

I pozzi erano distribuiti un po’ ovunque nei pressi di un riale. In questo sentiero ne vedrete un altro vicino alla prossima zona pic-nic.

 
 
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