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Tappa 2

I Crusc
di Mergoscia 

Lingua dei segni LIS: https://youtu.be/lD0VCCRVAnE

 

Tempo fa sui monti di Mergoscia vivevano nelle caverne i Crusc, dei folletti brutti e cattivi. Di notte, entravano nelle case degli abitanti della regione e rubavano latte, formaggio e tutto quello che trovavano. Si racconta che, una volta, rapirono una bambina di pochi mesi, lasciata sola dalla mamma che era andata a fare legna.

Un giorno, un uomo che abitava ai Benitt disse a suo figlio Pietro di portare le capre a Perbioi.

Pietro ubbidì e partì. Mentre le capre pascolavano, si sentì chiamare per nome. Alzò lo sguardo e all’ingresso di una caverna vide una vecchia brutta e magra che lo invitava ad avvicinarsi, perché aveva tante nocciole da dargli. Il giovane entrò nella caverna. Sul fuoco bolliva una grande caldaia colma di rane. Era la stessa che qualche giorno prima i Crusc avevano rubato sul Monte Porchesio!

 

Pietro capì di essere finito nei guai, così quando la vecchia gli chiese di soffiare sul fuoco lui si rifiutò e approfittò di un momento di disattenzione per gettare la strega nel pentolone. In quel momento arrivarono i Crusc che, insospettiti, gli chiesero dove fosse la vecchia. «Sta dormendo in fondo alla caverna» rispose. Non appena lo lasciarono solo per controllare che dicesse il vero, Pietro scappò a gambe levate fino al fiume Verzasca.

Sulla riva c’era una giovane donna con il suo bambino che giocava tra i fiori. Tutto affannato le chiese: «La prego, mi aiuti a fuggire!». La donna distese un lenzuolo sul fiume. Il giovane vi camminò sopra e arrivò sull’altra sponda. Ben presto anche i Crusc raggiunsero il fiume. La donna offrì loro lo stesso aiuto ma quando furono sul lenzuolo lo ritirò a sé; il tessuto e i Crusc caddero nel fiume affogando.

Pietro, che aveva assistito alla scena, comprese di aver incontrato la Madonna e Gesù bambino. Li ringraziò, si voltò e tornò a casa.

Walter Keller, in: AA.VV., Il Meraviglioso. Leggende, fiabe e favole ticinesi, vol. 1, Dadò ed., Locarno, 1990. pp.119-120. Testo adattato per il sentiero delle leggende. Nota: in tutta la valle si dice Crüsc ad eccezione di Mergoscia, Crusc. Cristina Zamboni (voce), Andrea Pedrazzini (registrazione)  

 
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I luoghi
della leggenda
“I Crusc
di Megoscia”

Luogo: Mergoscia, Perbioi

Altre informazioni e leggende di Mergoscia: AA.VV., Mergoscia, Repertorio toponomastico ticinese, Centro di Dialettologia e di etnografia, Bellinzona 2018.

 
 

Tappa 2

Un bosco
pieno di vita

 

1 Inizio del sentiero
2 Un bosco pieno di vita
3 Case Nuove (Cà Nòv)
4 Pozzi della canapa
5 Piantagione
6 Osservare e ascoltare
7 Cappella del Predéll
8 Prato maggiore (Permaióo)

 

È una specie di dispensa naturale!

Dal bosco si attingeva il necessario nel rispetto delle regole comunitarie. Era un luogo sempre frequentato. C’era chi tagliava la legna da ardere o da costruzione, chi raccoglieva le foglie secche, i rametti e le felci per foraggiare gli animali o preparare il loro giaciglio nelle stalle. In autunno si raccoglievano le castagne, chiamate anche “il pane dei poveri”, tanto erano fondamentali per il sostentamento autunnale e invernale dei Verzaschesi.

Un orto nel bosco?

Mani operose hanno trasformato questi sassi monolitici in orti pensili. La sommità pianeggiante, ricoperta di terriccio e delimitata da un muretto, diventava un orto su cui coltivare patate, segale o alcuni ortaggi al riparo da capre e animali selvatici.

Tocca a voi…

Questo bosco pieno di vita è una grande casa!
Contate le varietà di piante presenti in questa piccola area e gli anelli di crescita dei tronchi. Girate attorno al masso più alto e stimate l’età dell’albero situato al centro. Scoprirete quando venne abbandonata la coltivazione di questo orto pensile. Osservate gli insetti che hanno la casa nei tronchi, prestate attenzione ai rettili nei muretti e alle caratteristiche delle piante che vi crescono.

 
 
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